Tartufo di norcia
Il tartufo è il nome con cui vengono chiamati i funghi detti ipogei, ossia del genere Tuber. Tuber melanosporum è il suo nome scientifico, mentre i nomi comuni sono tartufo nero pregiato e tartufo nero di Norcia e Spoleto. Il suo corpo è più o meno tondeggiante, a volte irregolare. Le sue dimensioni sono variabili. […]
Il tartufo è il nome con cui vengono chiamati i funghi detti ipogei, ossia del genere Tuber. Tuber melanosporum è il suo nome scientifico, mentre i nomi comuni sono tartufo nero pregiato e tartufo nero di Norcia e Spoleto.
Il suo corpo è più o meno tondeggiante, a volte irregolare. Le sue dimensioni sono variabili.
Il tartufo cresce e matura nel terreno in prossimità delle radici di alcuni tipi di alberi, in ispecie con latifoglie come roverella e leccio, ma anche un carpino nero e nocciolo. Con essi questo particolare tipo pregiato di fungo stabilisce un rapporto simbiotico grazie al quale il tartufo produce il prezioso “sporocarpo”.
Cresce per lo più in terreni sedimentari e ben drenati, come quelli brecciosi e ricchi di calcare. Inizia a svilupparsi a settembre, ma per la sua maturazione bisogna aspettare l’inverno, dal dicembre fino all’inizio di marzo.
Per l’80% della sua massa il tartufo è composto da acqua, mentre per il restante 20% da una varietà di elementi e sostanze quali: azoto totale, azoto non proteico, lipidi, proteine, ceneri, fibra alimentare e glucidi solubili.
Si consiglia di conservarlo avvolto in una carta assorbente e all’interno di un contenitore di vetro da riporre nella parte bassa del frigorifero (0/4 °C). Questo fino ad un massimo di 2/3 giorni. Se invece si desidera utilizzarlo oltre questo tempo si consiglia di congelarlo. Consumato in maniera moderata favorisce la digestione.
Pochi sanno infine che possiede solo 31 Kcal per 100 grammi e che è considerato un alimento dalle proprietà afrodisiache.
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